Il Maestro amava circondarsi di giovani. Assorbiva le esperienze altrui per poi restituirle in poesia e farle diventare patrimonio di tutti.
Forse questo accade perché dopo un po’ la propria vita non basta. Fori la porta è uno di questi casi. A quel tempo mi ero appena lasciato con la mia fidanzata, che viveva con me. Mi chiese come se n’era andata via. Gli descrissi la scena dicendogli che aveva messo le sue cose “fuori dalla porta”. In quel momento lui soffriva con me. Mi rispose: “Ammazza, che caldo!”. Forse era per l’emozione, e così andammo al pianoforte e accennai la melodia. La mattina seguente mi chiamò e mi lesse al telefono il testo di Fori la porta, ma volle sottolineare che non gli piaceva l’idea che fosse finita tra me e lei e nell’ultima strofa lasciò aperta la speranza di un lieto fine. Fori la porta è contenuta nell’album dove tutto iniziò, “Ma io vivo” (1994), che contiene Napoli, canzone scritta dal Maestro con me e Antonio Gaudino e che Franco presentò a Sanremo. Franco aveva una grande sensibilità, riusciva a entrare nel mondo femminile. Nell’album “Non escludo il ritorno”, tirai fuori la chicca Un tempo piccolo, sulla base di un testo originale di Antonio Gaudino, cambiata poi da Franco e in piccola parte da Federico Zampaglione. La matrice è mia e di Gaudino, però Franco, modificando il pezzo, ha dato valore aggiunto al tutto. Di quell’album scrissi anche L’amore è fragile. Dopo le “Le luci della notte” e Un tempo piccolo andai da lui proponendogli un progetto ambizioso. Pensammo a un disco con le edizioni musicali Audacia: grandi sforzi, grandi investimenti. Nell’album, in cui inserimmo dei duetti importanti, ci sono molti brani scritti da Franco insieme a me e Gaudino. Quando uscì “C’è bisogno d’amore”, sentii Mollica dire in televisione: “L’album più alto della carriera di Califano”. I nostri sforzi erano andati a buon fine. Il mio sogno è che questi pezzi vengano riscoperti e continuino a vivere insieme al Maestro.
Alberto Laurenti, compositore e musicista
2014
Testimonianze